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Tecnica Modificata Di Detersione Canalare


Andrea Balocco

Risposte migliori

Andrea Balocco
STAFF


Terapia canalare monoseduta su 1.1 necrotico con lesione endoparodontale, mobilità 1, dolorabile alla percussione e alla masticazione. In foto 1, rx diagnostica preoperatoria; foto 2, la cavità di accesso; foto 3, rx con Kfile 40 a lunghezza di lavoro (20 mm).
In foto 4, un riassunto della sequenza di detersione, 20 minuti con ipoclorito attivato con punta a ultrasuoni e riscaldamento intracanalare con System B + 2 minuti EDTA attivato con ultrasuoni; in foto 5, la sequenza di otturazione (onda continua di condensazione, System B + Beefill); in foto 6 la contestuale ricostruzione con perno in fibra.
In foto 7 e 8, rx della otturazione canalare e negativo, si nota il buon riempimento dei canali laterali nel terzo apicale, direttamente correlati alla lesione endoparodontale.

1) RACO Salvatore - 1.1 inizio.jpg

2) RACO Salvatore - 1.1 cavità accesso.JPG

3) RACO Salvatore - 1.1 wl.jpg

20) RACO - collage detersione.jpg

21) RACO - collage otturazione.jpg

22) RACO - collage ricostruzione.jpg

18) RACO Salvatore - 1.1 chiusura logo.png

19) RACO Salvatore - 1.jpg

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Davide Lomagno

ottimo intervento,volevo chiederti se in queste situazioni"acute"il chiudere in prima seduta,non possa esporti ad una recidiva post-op del dolore e/0 infettiva.....statisticamente,come si comportano questi elementi dopo questo tipo di terapia?Ciao

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Carlo Martini

Splendido risultato, Andrea.

personalmente ho sempre avuto un certo "timore" dell'antagonismo che sembra esserci fra EDTA e ipoclorito, tanto che da sempre io concludo le mie endodonzie con irrigazione di ipo a bassa tensione superficiale (Hypoclean) attivato con endo activator - e successivamente faccio l'ultimo passaggio con alcool denaturato per asciugare meglio (data la sua igroscopicità e facilità di asciugatura)

Mi aiuti a capire il razionale della particolare sequenza di irrigazione da te usata??

grazie

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Andrea Balocco
STAFF

grazie Davide e Carlo per i commenti gentili e le domande...

 

per Davide, nella mia filosofia di lavoro qualsiasi trattamento per quanto è possibile è in monoseduta... vitali, necrotici, con lesione periapicale o ritrattamenti... l'unica condizione è che i canali siano asciugabili e non drenanti. Parlando a titolo personale, quindi con un livello di evidenza basso, non ho rientri in urgenza per flare-up o ascessi nei giorni successivi, i pazienti vengono avvertiti che il dente darà disagio per alcuni giorni e si raccomanda loro di assumere analgesici al bisogno (no antibiotici),  ma in ogni caso non ci sono problemi particolari... se dall'esperienza personale ci spostiamo a qualcosa di più corposo, la review più seria in merito è una Cochrane del 2007 di Gorni e Gagliani che evidenzia come non ci siano differenze significative negli outcomes tra terapie monoseduta e multiappuntamento, a parte una lieve maggiore incidenza di dolore postoperatorio nelle monoseduta (ma non significativa)

 

per Carlo, certamente l'unico irrigante imprescindibile è l'ipoclorito di sodio, ma non vedo particolari rischi nell'utilizzare l'EDTA che peraltro è ampiamente contemplato come irrigante nei protocolli cosiddetti "gold standard". Essendo un chelante, l'unica interazione negativa con l'ipoclorito è che lega a se molto rapidamente gli ioni cloro liberi, facendone crollare la titolazione, e quindi in pratica i due irriganti si inattivano tra loro se in contatto. Il razionale di utilizzare l'EDTA come lavaggio finale è quello di liberare i tubuli dentinali dallo smear layer prodotto dal passaggio dei nostri stessi strumenti, lo trovo un passaggio razionalmente corretto

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Carlo Martini
44 minuti fa, Andrea Balocco dice:

 

per Carlo, certamente l'unico irrigante imprescindibile è l'ipoclorito di sodio, ma non vedo particolari rischi nell'utilizzare l'EDTA che peraltro è ampiamente contemplato come irrigante nei protocolli cosiddetti "gold standard". Essendo un chelante, l'unica interazione negativa con l'ipoclorito è che lega a se molto rapidamente gli ioni cloro liberi, facendone crollare la titolazione, e quindi in pratica i due irriganti si inattivano tra loro se in contatto. Il razionale di utilizzare l'EDTA come lavaggio finale è quello di liberare i tubuli dentinali dallo smear layer prodotto dal passaggio dei nostri stessi strumenti, lo trovo un passaggio razionalmente corretto

Io l'uso dell'EDTA lo ho sempre fatto particolarmente perchè, in fase di sagomatura, rende più "agevole" l'operazione; approvo incondizionatamente l'uso come mezzo aggiuntivo per liberare le superfici sagomate dei residui del famoso/famigerato smear layer che è sempre presente; il suo potere di chelazione degli ioni cloro che fa crollare la titolazione dell'ipoclorito è lì unico aspetto che non amo, poichè negli anfratti più reconditi dove possono arrivare i liquidi irriganti, non riesco ad essere certo che possano giungere anche i cementi da otturazione, per questo mi spaventa un poco l'uso dell'EDTA come ultimo passaggio: il pensiero che si possano aprire degli spazi (sotto lo smear layer rimosso) non raggiunti dall'ipoclorito - per giunta con un liquido che me ne contrasta l'azione disinfettante - mi mette paura. Tuttavia proverò a seguire il tuo suggerimento, aggiungendo però un ulteriore irrigazione di ipoclorito attivato ad ultrasuoni dopo il passaggio dell'EDTA.

Ciao

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