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Rialzo Del Seno Mascellare Per Via Crestale Mediante "Sinus Kit"


Giacomo Tarquini

Risposte migliori

Davide Lomagno

Mi riferivo al fatto che te hai definito lo spessore minimo per l'accesso crestale a partire da 5 mm di osso residuo,nelle tue sezioni CBCT,sono tutte sotto i 5 mm,mi pare che si vada da 4,2 a 4.8 mm,(considera che non riesco ad ingrandire l'immagine e con uno schermo 5k retina da 27"..sono veramente minuscole...),quindi secondo quello che hai scritto sotto i 5 mm sarebbe meglio un accesso laterale (secondo Bruschi..)...

Conseguentemente,sempre secondo Bruschi,si avrebbe si' uno spostamento laterale della membrana,ma si otterrebbe contestualmente uno split con conseguente allargamento crestale(di tipo espansivo..)..

Concordi o sbaglio qualcosa??

Ciao... :-)

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Fabio Bernardello

Forse Giacomo non si riferiva alla tecnica LMSF di Bruschi Scipioni, presumi si riferisse al fatto che storicamente lo "spartiacque" dei 5 mm di RBH è sempre stato,il limite che ha fatto propendere verso una tecnica crestale (se > 5 mm) o laterale (se < 5 mm). Per questa ragione il rialzo crestale si ê sempre definito "mini rialzo" mentre il rialzo laterale è sempre stato definito "grande rialzo"...insomma c'era il rialzo di serie A e quello di serie B.

Questo concetto ed il limite dei 5 mm è stato grazie al cielo ormai ampiamente sdoganato ed ora il rialzo crestale si definisce minirialzo più che altro intendendo come il prefisso "mini" indichi la mini-invasività, ma recenti lavori hanno dimostrato come sia possibile ottenere rialzi di notevole entità per via crestale in creste abbondantemente < 5 mm...in 2 tempi ma anche in un solo tempo chirurgico.

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Fabio Bernardello

Molto bello e ben descritto è il caso di Giacomo che era davvero un caso ideale (ti piace vincere facile eh lazzarone...? scherzo bel caso e bravo come sempre) per l'approccio crestale in quanto era un seno anatomicamente "narrow" che è la situazione ideale per la via crestale (ed al contempo più indaginosi er via laterale)...quindi condivido appieno la scelta.

A mio avviso, e confermato da pubblicazioni, ormai la scelta di adottare una tecnica o l'altra non si fa più sulla base dell'altezza dell'osso residuo, ma sulla ampiezza del seno...seno stretto = crestale...seno largo = laterale (intendo per i casi sotto i 5 mm, perché con più di 5mm si fa ovviamente solo crestale come sempre si è fatto) ergo non si fanno i rialzi senza esame 3D...!!! Anche per ragioni di scelta della tecnica.

Modificato da Fabio Bernardello
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Bello. Ben eseguito e ben documentato.

Complimenti.

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Giacomo Tarquini
STAFF
Il 18/11/2015 alle 14:09, Davide Lomagno dice:

Mi riferivo al fatto che te hai definito lo spessore minimo per l'accesso crestale a partire da 5 mm di osso residuo,nelle tue sezioni CBCT,sono tutte sotto i 5 mm,mi pare che si vada da 4,2 a 4.8 mm,(considera che non riesco ad ingrandire l'immagine e con uno schermo 5k retina da 27"..sono veramente minuscole...),quindi secondo quello che hai scritto sotto i 5 mm sarebbe meglio un accesso laterale (secondo Bruschi..)...

Conseguentemente,sempre secondo Bruschi,si avrebbe si' uno spostamento laterale della membrana,ma si otterrebbe contestualmente uno split con conseguente allargamento crestale(di tipo espansivo..)..

Concordi o sbaglio qualcosa??

Ciao... 🙂

 

Facciamo un po' di chiarezza su questa interessante osservazione.

 

Come puoi vedere dall' immagine in allegato, la "vecchia" classificazione di Misch delle atrofie mascellari prevedeva effettivamente - in un caso come quello descritto - un rialzo per via laterale in due tempi (sinus lift > inserimento di impianti)

 

post-729-0-48219400-1447854992_thumb.jpg

 

In realta', come gia' premesso nel primo post di questa discussione, attualmente queste indicazioni sono state quasi completamente rivisitate e attualmente si considera corretto l' approccio che ho seguito nel presente caso clinico.

 

Un saluto 

Giacomo Tarquini 

Modificato da Giacomo Tarquini
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Giacomo Tarquini
STAFF
Il 18/11/2015 alle 15:01, Fabio Bernardello dice:

Molto bello e ben descritto è il caso di Giacomo che era davvero un caso ideale (ti piace vincere facile eh lazzarone...? scherzo bel caso e bravo come sempre) per l'approccio crestale in quanto era un seno anatomicamente "narrow" che è la situazione ideale per la via crestale (ed al contempo più indaginosi er via laterale)...quindi condivido appieno la scelta.

A mio avviso, e confermato da pubblicazioni, ormai la scelta di adotta una tecnica o l'altra non si fa più sulla base dell'altezza dell'osso residuo, ma sulla ampiezza del seno...seno stretto = crestale...seno largo = laterale (intendo per i casi sotto i 5 mm, perché con più di 5mm si fa ovviamente solo crestale come sempre si è fatto) ergo non si fanno i rialzi senza esame 3D...!!! Anche per ragioni di scelta della tecnica.

 

Oltre a quanto detto da Fabio, mi permetto di ribadire che il setto di Underwood ha, di fatto, trasformato un seno "narrow" anche in senso M-D facilitando ancora di piu' la fase di clivaggio e scollamento 

 

un saluto

Giacomo Tarquini 

Modificato da Giacomo Tarquini
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Davide Lomagno

Giacomo,sei stato esemplare nella spiegazione.. :-)

In realtà cho detto una "caXXata",quando mi riferivo alla tecnica di Bruschi...è un accesso crestale con spostamento laterale della membrana,inserimento di impianti e biomateriali....,ho confuso un attimo le cose... sorry. :-)

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Giacomo Tarquini
STAFF
Il 18/11/2015 alle 15:40, Davide Lomagno dice:

Giacomo,sei stato esemplare nella spiegazione.. 🙂

In realtà cho detto una "caXXata",quando mi riferivo alla tecnica di Bruschi...è un accesso crestale con spostamento laterale della membrana,inserimento di impianti e biomateriali....,ho confuso un attimo le cose... sorry.

 

😊

 

Un saluto 

Giacomo Tarquini 

Modificato da Giacomo Tarquini
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Fabio Bernardello

 

Molto bello e ben descritto è il caso di Giacomo che era davvero un caso ideale (ti piace vincere facile eh lazzarone...? scherzo bel caso e bravo come sempre) per l'approccio crestale in quanto era un seno anatomicamente "narrow" che è la situazione ideale per la via crestale (ed al contempo più indaginosi er via laterale)...quindi condivido appieno la scelta.

A mio avviso, e confermato da pubblicazioni, ormai la scelta di adotta una tecnica o l'altra non si fa più sulla base dell'altezza dell'osso residuo, ma sulla ampiezza del seno...seno stretto = crestale...seno largo = laterale (intendo per i casi sotto i 5 mm, perché con più di 5mm si fa ovviamente solo crestale come sempre si è fatto) ergo non si fanno i rialzi senza esame 3D...!!! Anche per ragioni di scelta della tecnica.

 

Sottoscrivo, il setto ha "compartimentato" il seno...in una piccola cavità che è risultata narrow anche in senso MD, situazione ideale...sei stato bravo anche a studiare il caso, molti non fanno caso a questi importantissimi dettagli.

 

 

 

Oltre a quanto detto da Fabio, mi permetto di ribadire che il setto di Underwood ha agito un po' come una sorta di "half pipe" per la Schneideriana trasformando, di fatto, un seno "narrow" in senso B/L in un seno "narrow" anche in senso M/D facilitando ancora di piu' la fase di clivaggio e scollamento :winksmiley02:

 

"Setti di Underwood: se non puoi batterli, fatteli amici" :biggrinsmiley: :biggrinsmiley: :biggrinsmiley:

 

un saluto

Giacomo

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Fabio Bernardello

Ho un caso simile dove il setto mi ha aiutato un sacco nell'eseguire un bel rialzo, ho le immagini a casa, se mi ricordo le allego anche perché ho la CBCT di controllo post-op e la pz a breve la rivedo per cui farò controllo.

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  • Giacomo Tarquini ha cambiato il titolo in Rialzo Del Seno Mascellare Per Via Crestale Mediante "Sinus Kit"

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