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Ottavi Inferiori E Nai


Fernando Ricci

Risposte migliori

Fernando Ricci
STAFF

Ecco le foto di un caso di ottavo con rapporti di contiguità con il nai.

Paz. C.G. di anni 43, maschio, caucasico. Riferito per pericoronite del 48 con trisma. In tratttamento con antibiotici.

L'OPT rivela un 48 di classe II/C di Pell & Gregory in mesioversione con ampia cisti follicolare. CAI di 2a classe di Sicher. E' presente la tipica triade radiografica di contiguità (restringimento o deviazione del lume del cai, "oscuramento" degli apici radicolari e interruzione della linea corticale). Il Dentascan conferma il rapporto di contiguità.

L'intervento viene eseguito in sedazione cosciente con protossido e anestesia tronculare alla spina di Spix completata con anestesia del nervo buccale.

Si incide e si scolla un lembo di Archer che mette in evidenza l'erosione della corticale e l'esposizione della parete cistica. Dopo apertura e parziale clivaggio della parete cistica si procede all'odontotomia che viene completata per frattura (per non danneggiare il nai o il nervo linguale). Dopo aver separato le radici si procede alla loro cauta estrazione seguendo un percorso di lussazione che consenta alla radice distale di ruotare intorno al nai senza lacerarlo. Si completa quindi il clivaggio della cisti follicolare che viene conservata in formalina e inviata all'anatomopatologo per l'esame istologico. La cavità cistica viene trattata con soluzione di Carnoy. La parete distale della radice distale del 47, completamente esposta, viene trattata con ac. citrico e quindi ricoperta con osteoriproduttore particolato di origine suina. Il resto della cavità viene riempito con solfato di calcio. Sutura a punti staccati 4/0 riassorbibili. Si congeda il paz con terapia antibiotico-cortisonica e sciacqui con collutorio alla clorexidina.

Nelle foto del dente estratto è possibile notare l'incisura radicolare creata dal nervo alveolare inferiore.

post-109-13510220700_thumb.jpg

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Giorgio Tiozzo

Prima di tutto complimenti,

Posso chiederti se tratti sempre con la Carnoy i siti post estrattivi di inclusi o lo fai solo quando vi sono ampie cisti e non hai la sicurezza della completa rimozione per il rischio di andare a ledere strutture sensibili.

Ti sarebbe troppo di peso pubblicare qualche scansione TAC critica?

Giusto per confrontarmi (magari lo avrai pure già scritto in altri forum) l'accesso osseo lo hai effettuato con turbina (in genere è il manipolo che io uso di più), manipolo diritto (lo uso assai raramente) o con piezo (che l'ospedale non mi acquisterà mai).

Grazie per l'attenzione e perdona il disturbo, giorgio

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  • 2 settimane dopo...
Vincenzo Urciuolo

si compra la soluzione di carnoy o è un galenico?,

qual'è la sua esatta composizione e la sua azione?,

il l'ho solo vista citata in articoli sull'ameloblastoma ma non si spiegava il meccanismo d'azione.

grazie mille saluti

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si compra la soluzione di carnoy o è un galenico?,

qual'è la sua esatta composizione e la sua azione?,

il l'ho solo vista citata in articoli sull'ameloblastoma ma non si spiegava il meccanismo d'azione.

grazie mille saluti

Mi hai messo curiosità ed ho cercato.

 

Da Wikipedia

 

Carnoy, alla fine dell’Ottocento, approntò un fissativo citologico a base alcolica addizionando all’alcool etilico una quantità uguale di acido acetico, con lo scopo di emolizzare i globuli rossi e rendere il preparato di più facile lettura dopo colorazione. Si vide che il fissativo funzionava ottimamente per indagini nucleari, in quanto rendeva queste componenti ben visibili dopo colorazione, ma conservava poco la morfologia cellulare, anche a causa delle alterazioni coagulative dovute all’alcool. Per ovviare a tale problema, venne aggiunto cloroformio che, grazie alla sua naturale attività, solubilizzava le membrane e rendeva l’azione dell’alcool più rapida migliorandone la penetrazione nelle cellule. Il nuovo fissativo, chiamato liquido di Carnoy, è ancora oggi così composto:

 

-alcool etilico assoluto: 6 parti (60 ml); -cloroformio: 3 parti (30 ml); -acido acetico glaciale: 1 parte (10 ml).

 

Per garantire una ancora più rapida penetrazione del fissativo e renderlo utile anche per preparati istologici, si è sostituito all’alcool etilico quello metilico. Quest’ultimo, essendo il più piccolo tra gli alcoli, è soggetto a minori interferenze steriche e consente una migliore conservazione di DNA e RNA che, se sottoposti invece all’azione denaturante dell’alcool etilico, si degradano facilmente. Questo nuovo preparato ha preso il nome di Methacarn.

 

 

 

 

:lol: Ma davvero si usa su una persona viva? Lo fissiamo per davvero! :P

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si compra la soluzione di carnoy o è un galenico?,

qual'è la sua esatta composizione e la sua azione?,

il l'ho solo vista citata in articoli sull'ameloblastoma ma non si spiegava il meccanismo d'azione.

grazie mille saluti

La miscela di Methacarn si altera rapidamente, per cui è necessario prepararla prima dell’uso e, a causa delle sue caratteristiche chimico-fisiche e di tossicità, va manipolata sotto cappa e con guanti protettivi. Il materiale da fissare deve essere processato immediatamente dopo il prelievo per mantenere inalterate le proprietà isto-citologiche. Nel caso di prelievi istologici, la misura massima consigliata della sezione può raggiungere anche 0,5-1 cm. Il volume di fissativo richiesto deve sempre essere di 15-20 volte maggiore rispetto al volume del tessuto. Nel rispetto dei parametri ottimali il tempo di fissazione varia tra le 4 e le 6 ore. Esempio classico è quello dei linfonodi sentinella che, ridotti a minute sezioni, possono essere fissati completamente in 4 ore. Nel caso di fissazione di materiale di dimensioni maggiori i tempi si dilatano (fino a 24-48 ore) e si rende necessaria la sostituzione periodica del fissativo in uso con altro nuovo. Nel caso infine di sezioni criostatiche, il processo di fissazione è molto rapido (5 minuti) ma richiede temperature attorno ai 4 °C. Terminata questo processo, il campione prosegue fino all’inclusione in paraffina.

 

Il Methacarn non può essere inteso come decalcificante in quanto l’acido acetico, in esso contenuto, per svolgere tale azione, avrebbe bisogno di essere in soluzione acquosa; tuttavia l’unica fonte di acqua disponibile si trova in quantità limitata nel tessuto stesso. Nel caso di tessuti con componente adiposa rilevante, quali le mammelle, il Methacarn risulta essere molto efficace nel rimuovere l’eccesso adiposo, grazie al cloroformio e alla sua attività di solvente lipidico. In questo caso l’unica accortezza da attuare sarà cambiare il fissativo a metà procedimento con altro fresco, a causa della quantità di lipidi che si liberano nella soluzione.

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