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  1. Introduzione: La germectomia è un metodo chirurgico eseguito più tipicamente nei giovani adulti. Un white paper dell'American Association of Oral and Maxillofacial Surgeons riguardante i dati M3 descriveva la germectomia come la rimozione di un dente che ha un terzo (o meno) di sviluppo della radice con un legamento parodontale radiograficamente distinguibile. Alcuni Autori preferiscono la rimozione chirurgica precoce per vari motivi. La rimozione chirurgica precoce eviterebbe qualsiasi rischio correlato come carie dentale, pulpite o lesioni cistiche. Inoltre, la rimozione precoce potrebbe ridurre le complicanze postoperatorie rispetto alla rimozione chirurgica ritardata. L’età cronologica migliore per la germectomia deve ancora essere determinata. I sette-dieci anni di età si sono rivelati un periodo difficile per un intervento chirurgico a causa della scarsa compliance del paziente e del riluttante consenso dei genitori. Inoltre, la prognosi di M2 è difficile da valutare in questa fascia di età a causa della mancanza di determinati criteri per la valutazione della discrepanza spaziale. Per quanto riguarda la tecnica chirurgica, nel 2011 è stato condotto uno studio randomizzato e controllato split-mouth per confrontare i risultati dell'ostectomia con metodi piezoelettrici e rotatori: metà dei pazienti ha indicato un maggiore comfort con la chirurgia piezoelettrica, mentre i pazienti che hanno preferito il metodo rotatorio hanno citato la durata dell'intervento più breve. Tuttavia, va sottolineato che la durata dell’intervento chirurgico è stata notevolmente ridotta grazie ai nuovi dispositivi piezoelettrici, molto più potenti dei loro predecessori e dotati di punte per osteotomia di nuova concezione e più efficaci. Conclusione: Gli Autori hanno opinioni diverse sull’opportunità di eseguire la germectomia. È importante comprendere i vantaggi e gli svantaggi di ciascun piano di trattamento prima di svilupparne uno per ciascun M3. La comunicazione con i pazienti e i loro genitori riguardo al piano e ai suoi risultati deve avere la priorità. Molti chirurghi hanno proposto tecniche chirurgiche distinte. È essenziale valutare a fondo ogni aspetto del piano di trattamento e delle tecniche chirurgiche da utilizzare. Infine, la rimozione precoce di M3 può ridurre ed eliminare alcune delle complicazioni più spiacevoli della rimozione tardiva di M3. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Themkumkwun S, Sawatdeenarunat S, Manosuthi P. Surgical removal of third molars in a young adult: review of indications and surgical techniques. J Korean Assoc Oral Maxillofac Surg. 2023 Aug 31;49(4):184-191. Pogrel MA, Dodson TB, Swift JQ, Bonine FL, Rafetto LK, Kennedy JE, et al. White paper on third molar data. American Association of Oral and Maxillofacial Surgeons. Bisconte P, Matarrese L, Del Rosso E, Farronato. Germectomy of third molars in orthodontic therapy: usefulness of volumetric analysis with TC cone beam. Austin J Radiol 2017;4:1072. https://doi.org/10.26420/austinjradiol.2018.1072. Bjørnland T, Haanaes HR, Lind PO, Zachrisson B. Removal of third molar germs. Study of complications. Int J Oral Maxillofac Surg 1987;16:385-90. https://doi.org/10.1016/s0901-5027(87)80072-3. Bartuli FN, Piva P, Savo A, Di Dio M, Luciani F, Arcuri C. Lower third molar germectomy: the flap recovery on the lower second molar. A clinical study. Int J Clin Dent 2014;7:289-94. Finne K, Klämfeldt A. Removal of lower third molar germs by lateral trepanation and conventional technique. A comparative study. Int J Oral Surg 1981;10:251-4. https://doi.org/10.1016/s0300-9785(81)80067-1. Ling XF, Heng TL, Mohamad AF. Which procedure is better: germectomy or surgical removal of mandibular third molar? Int J Oral Maxillofac Surg 2017;46 Suppl 1(Suppl 1):110-1. https://doi.org/10.1016/j.ijom.2017.02.390. Sivolella S, Berengo M, Bressan E, Di Fiore A, Stellini E. Osteotomy for lower third molar germectomy: randomized prospective crossover clinical study comparing piezosurgery and conventional rotatory osteotomy. J Oral Maxillofac Surg. 2011;69:e15–23. doi: 10.1016/j.joms.2010.12.036. Tarquini G. Ruolo della chirurgia osseo-resettiva nella terapia delle lesioni endo-parodontali: descrizione di un caso clinico. Implant Tribune Italian Edition; 4/2023: 12-13 Tarquini G. Técnicas de cirugia periodontal: del diagnostico a la terapia.Textbook (ESP) Editorial AMOLCA (March 2021) Tarquini G. Clinical evaluation of T – Black ultrasonic tips in oral surgery. A clinical report. American Dental news 2011 Tarquini G. Terapia delle atrofie mascellari mediante innesti in blocco di osso autologo: descrizione di un caso clinico. Implantologia Implantoprotesi e Digitale (Quintessence Publishing) N° 2/2018: 07-15 Tarquini G. Diagnosi e trattamento multidisciplinare di un odontoma composto. Descrizione di un caso clinico. Implants Italy; 2/2019: 24-28 Per ulteriori informazioni: CLICK HERE
  2. Rigenerazione ossea guidata (GTR) di un difetto intraosseo con innesto di osso autologo in chips prelevato mediante bone scraper ad ultrasuoni e membrana a lento riassorbimento in PLGA un saluto Giacomo Tarquini
  3. Viene presentato un caso clinico riguardante un' atrofia ossea complessa (difetto passante bucco - palatale) in zona 2.4 risolto mediante innesto di un blocco di osso autologo prelevato dal ramo mandibolare. L' alternativa terapeutica consistente nell'esecuzione di una procedura di rigenerazione ossea guidata (GBR) è stata scartata poiché la paziente non ha fornito il suo consenso a ricevere innesti di origine eterologa, omologa o sintetica. Un saluto Giacomo Tarquini
  4. INTRODUZIONE: La chirurgia endodontica rappresenta l’intervento di elezione quando non è possibile curare un dente con una lesione apicale mediante terapia endodontica ortograda attraverso la corona del dente, oppure quando l’intervento di devitalizzazione, sebbene ben eseguito non ha portato alla guarigione della lesione apicale. Una delle indicazioni all'intervento è rappresentata anche dalla presenza di perni cementati nella radice. :n alcuni casi il tentativo di rimuovere il perno potrebbe provocare la frattura della radice, evento che condurrebbe all’estrazione del dente. In questi casi per evitare la frattura radicolare, si preferisce trattare il dente chirurgicamente. Viene presentato un caso clinico di chirurgia endodontica eseguito interamente con l'ausilio di un dispositivo ad ultrasuoni. CASO CLINICO: Immagine preoperatoria Esami radiografici preoperatori di 1° e 2°livello Lembo di accesso Riferimenti bibliografici Enucleazione cisti odontogena associata a estrazione dell'elemento dentario giudicato non recuperabile Riferimenti bibliografici Chirurgia endodontica Inserimento di impianto postestrattivo immediato in sede 2.4 Rigenerazione Ossea Guidata dei difetti ossei residui Riferimenti bibliografici Rigenerazione Ossea Guidata del difetto osseo periimplantare Posizionamento e sutura del lembo Riferimenti bibliografici Follow-up radiografico a 6 mesi (esame radiografico di 2° livello) Protesi definitiva in metallo-ceramica su impianto in sede 2.4 Riferimenti bibliografici CONCLUSIONI: L'impiego di un dispositivo piezoelettrico in chirurgia endodontica offre il vantaggio di una maggior visibilità intraoperatoria grazie all' azione della cavitazione ultrasonica, un rispetto assoluto delle strutture sensibili quali la membrana del seno mascellare (come nel presente caso clinico) o la presenza del NAI in mandibola e un accesso mini-invasivo grazie alle ridotte dimensioni degli inserti. Un saluto Giacomo Tarquini
  5. Viene presentato il caso clinico di enucleazione di un odontoma composto in un paziente pediatrico: la neoformazione impedisce il tragitto eruttivo dell' elemento 1.1 Studio radiografico del caso mediante esami di 1° e 2° livello: l' intervento di elezione consiste nell' enucleazione della massa neoformata e nel recupero ortodontico dell' elemento ritenuto Riferimenti bibliografici Immagine clinica intraoperatoria Estrazione dell' elemento deciduo 5.1 Sollevamento di un lembo a tutto spessore Accesso alla neoformazione mediante inserti dedicati montati su dispositivo piezoelettrico Riferimenti bibliografici La diagnosi clinica intraoperatoria depone per un odontoma composto Clivaggio ed enucleazione della massa neoformata Immagine intraoperatoria della cripta ossea residua Il pezzo operatorio viene inviato per l' esame istologico che confermerà la diagnosi di odontoma composto Nella stessa seduta si esegue l' ancoraggio ortodontico dell' elemento ritenuto 1.1: esposizione chirurgica della corona dentaria mediante inserti dedicati montati su dispositivo piezoelettrico Esecuzione dell' alveolectomia conduttrice allo scopo di facilitare la trazione ortodontica Fasi di adesione del bracket ortodontico sulla corona dell' elemento 1.1 Sutura a punti staccati in Nylon 5/0 un saluto Giacomo Tarquini
  6. Paziente di sesso femminile inquadrato nosologicamente come ASA 1 giunge alla nostra osservazione lamentando la frattura di un impianto precedentemente inserito nel primo quadrante e già da tempo protesizzato: una radiografia endorale conferma la diagnosi di frattura del corpo implantare. Dopo anestesia locale (articaina 1:100.000 con vasocostrittore) viene elevato un lembo a tutto spessore. Il tessuto di granulazione che ricopre l’impianto fratturato viene rimosso con una curette chirurgica; si evidenzia subito che la vite di connessione si è spezzata insieme alla fixture e la sua porzione più apicale è rimasta bloccata all’interno della cava implantare. Viene utilizzato l’inserto ES012 per una prima osteotomia peri-implantare; successivamente si alterna lo stesso all’inserto ES035 (inserto carotatore) per poter eseguire una osteotomia di massima precisione nel rispetto del tessuto osseo circostante. Va osservato come l’apice della fixture si trovi a stretto contatto con il pavimento del seno mascellare; per evitare una sua frattura incontrollata durante le manovre di lussazione, l’osteotomia deve essere necessariamente condotta fino all’apice implantare con l’inserto ES012: durante questo tempo operatorio è necessario procedere con estrema cautela. Al termine dell’osteotomia viene apprezzata un’evidente mobilità dell’impianto che viene clampato con una pinza da estrazione per residui radicolari e rimosso dalla compagine ossea. Data la precisione dell’osteotomia e il massimo rispetto del tessuto osseo circostante con completa conservazione del tavolato osseo buccale non si rende necessaria alcuna procedura di rigenerazione ossea. Dopo aver accuratamente irrigato con soluzione fisiologica il sito implantare, il lembo mucoperiosteo viene suturato con filo 4-0 in poliestere e il paziente viene dimesso dopo le opportune raccomandazioni post-chirurgiche. Al termine di un adeguato periodo di guarigione, viene inserito un nuovo impianto nella stessa posizione rendendo possibile la riabilitazione dell' edentulia mediante una protesi fissa in metallo-ceramica. un saluto Giacomo
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