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  1. Introduzione: Nonostante le elevatissime percentuali di successo delle riabilitazioni protesiche eseguite su impianti osteointegrati, alcuni studi meta-analitici riportano un numero sempre maggiore di complicanze dovute a periimplantite (Hashim, 2020). Nonostante sia stata ampiamente dimostrata l'eziologia batterica della periimplantite, una serie di fattori favorenti sono stati progressivamente identificati; tra questi, il malposizionamento implantare rappresenta un fattore di rischio significativo. Quando un impianto è posizionato troppo vicino a un dente naturale o a un altro impianto è possibile prevedere un maggior rischio di riassorbimento osseo crestale (Lindhe, 2015). Allo stesso modo, impianti in posizione eccessivamente buccale (spessore osseo < 1 mm) o addirittura al di fuori della compagine ossea sono piu' suscettibili nei confronti di deiscenze a carico dei tessuti duri e molli: l'esposizione di una parte della superficie implantare favorisce l'accumulo di biofilm batterico aumentando il rischio di periimplantite (Giovannoli, 2016). Il caso clinico in oggetto descrive la rimozione di un impianto malposizionato e la sua immediata sostituzione in associazione a una procedura di Rigenerazione Ossea Guidata (GBR). Conclusioni: In caso di gravi malposizionamenti implantari, la rimozione e la sostituzione immediata o dilazionata con un nuovo impianto che abbia una posizione tridimensionale corretta può risultare determinante per evitare future complicanze. Quando le manovre di rimozione implantare dovessero esitare in un difetto dei tessuti duri e molli, è consigliabile associare all'inserimento del nuovo impianto una procedura di Rigenerazione Ossea Guidata (GBR). un saluto Giacomo Tarquini
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