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  1. INTRODUZIONE La peri-implantite è attualmente definita come l’infezione dei tessuti molli che circondano un impianto osteointegrato associata a una significativa perdita ossea crestale con andamento progressivo. Relativamente alla strategia terapeutico di scelta, le evidenze scientifiche più recenti indicano che l’approccio chirurgico sia attualmente considerato come il trattamento di elezione per la peri-implantite. L’aspetto piu’ dibattuto e controverso, che riveste un’importanza cruciale nella predicibilità della terapia, è quello relativo alla decontaminazione della superficie implantare: nonostante diversi metodi (chimici, meccanici o manuali) siano stati descritti negli anni, non si è ancora giunti ad un consenso su quale sia il protocollo di decontaminazione più efficace tra tutti quelli fino ad ora proposti. Sfruttando le ben note proprietà battericide e batteriostatiche degli ultrasuoni, l’impiego del nuovo dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” si rivela particolarmente vantaggioso poiché consente l’accesso alle zone più difficili da raggiungere, come ad esempio le spire implantari, le micro e nano rugosità della superficie e l’alloggiamento interno della vite di connessione; accesso che altrimenti si rivelerebbe pressoché impossibile con una strumentazione di tipo tradizionale, quali curettes o strumenti rotanti. RAZIONALE BIOLOGICO Il razionale biologico alla base del dispositivo «PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini» si fonda sugli effetti biologici - documentati da una imponente numero di pubblicazioni scientifiche negli ultimi decenni - della cavitazione ultrasonica sul biofilm batterico. A differenza di quanto accade con altri mezzi (chimici, meccanici o manuali) che hanno evidenziato negli anni un’efficacia relativamente modesta, le onde meccaniche causate dalla cavitazione del liquido irrigante sono in grado di raggiungere qualsiasi zona della superficie implantare (anche le nano e microporosità delle attuali superfici in titanio) nonché l’alloggiamento interno della vite di connessione: in questo modo la decontaminazione dell’impianto avviene in maniera completa (sia sulla superficie esterna che al suo interno) senza alterarne la composizione chimico-fisica originaria. La possibilità di ottenere una decontaminazione completa e predicibile è di estrema importanza nella terapia delle periimplantiti, poiché il fine ultimo della procedura rigenerativa peri-implantare è proprio quello di ottenere un nuovo processo di osseointegrazione («re-osseointegration») in tutto e per tutto identico a quello avvenuto al momento dell’inserimento implantare. È stato infatti dimostrato come la possibilità di ottenere una nuova osseointegrazione sia estemamente limitata su superfici tornite e/o che siano state alterate fisicamente o chimicamente mentre avviene in maniera molto piu’ consistente intorno a superfici in titanio microruvide purchè opportunamente decontaminate. Per massimizzare gli effetti della terapia rigenerativa sarà quindi essenziale riuscire ad ottenere una decontaminazione implantare completa e predicibile mantenendo al contempo inalterate tutte le proprietà di superficie. PROTOCOLLO CHIRURGICO Il protocollo chirurgico di decontaminazione implantare mediante dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” è indicato essenzialmente per il trattamento di difetti intraossei che necessitano una terapia di tipo rigenerativo in accordo con i principi della G.B.R. (“Guided Bone Regeneration”). Il dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” consente di eseguire una completa decontaminazione dell’impianto senza alterarne la macro e microgeometria di superficie. - Sondaggio e valutazione radiografica peri-implantare - Sollevamento un lembo a spessore totale adeguato per forma e dimensioni - Rimozione del tessuto di granulazione (ove presente) intorno all’impianto e all’interno del difetto intraosseo mediante inserti ES012CT e ES030ACT - Rimuovere la vite di copertura (ove presente) allo scopo di decontaminare anche la superficie interna dell’impianto e sostituirla con una sterile al termine di questa fase operatoria - Il dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” è composto da una parte metallica (inserto) e da una parte in silicone medicale (camera di cavitazione) - L’inserto metallico è dotato di appositi micro-fori (un assiale e due laterali) per un’omogenea diffusione del liquido irrigante all’interno della camera di cavitazione - Assemblare il dispositivo inserendo la parte in silicone (camera di cavitazione) sull’inserto metallico - Adattare la camera di cavitazione intorno alla porzione esposta dell’impianto da trattare in modo da creare uno spazio chiuso all’interno del quale il liquido irrigante possa andare in cavitazione; è raccomandabile evitare il contatto tra l’inserto metallico e la testa dell’impianto - Azionare il dispositivo a ultrasuoni per un tempo di 3’ impostando i seguenti parametri: U 40 - V 80 - P 50. Non è necessario che la camera di cavitazione abbia un sigillo completo sulla cresta ossea - Eseguire il protocollo rigenerativo di scelta (ad es. mediante membrane di tipo riassorbibile o non riassorbibile) - Sutura dei lembi in accordo con la tecnica selezionata - Rientro chirurgico e follow-up radiografico per valutare il grado di rigenerazione ossea ottenuta CASO CLINICO Il caso clinico illustra una procedura di trattamento rigenerativo di una peri-implantite mediante rigenerazione ossea guidata (GBR) con un innesto di tipo eterologo e una membrana a lento riassorbimento in pericardio. La decontaminazione implantare è stata effettuata con dispositivo «PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini». CONCLUSIONI: Il protocollo chirurgico presentato consente di decontaminare sia la superficie esterna che la superficie interna dell'impianto con soddisfacente predicibilità senza alterarne la macro e microgeometria, rendendo cosi' possibile un nuovo processo di "re-osseointegration". Per ulteriori informazioni: CLICK HERE
  2. Viene presentato un caso clinico di peri-implantite risolto mediante tecnica di Rigenerazione Ossea Guidata (GBR) con un approccio di tipo transmucoso. Il paziente si presenta all' osservazione lamentando dolorabilità e sanguinamento evocato durante le manovre di igiene orale a carico di un impianto precedentemente posizionato in zona 3.5; all' esame obiettivo si evidenzia un gemizio purulento marginale. I sondaggi peri-implantari e l' esame radiografico endorale indirizzano verso una diagnosi di peri-implantite. In riferimento al tipo di approccio da seguire per quanto riguarda la procedura chirurgica di GBR, nonostante alcuni Autori indichino una guarigione di tipo sommerso (Roos-Jansaker, COIR 2007) ancora non è stato chiaramente dimostrata la sua superiorità rispetto ad una guarigione di tipo transmucoso. L' approccio transmucoso può rivelarsi particolarmente vantaggioso nei casi in cui la rimozione della protesi sia impossibile o controindicata. Viene sollevato un lembo a tutto spessore al fine di accedere alla superficie implantare e al difetto osseo associato. Il debridement del difetto osseo e la decontaminazione della superficie implantare vengono effettuati mediante inserti ad ultrasuoni. Perforazione della corticale al fine di creare l' accesso alle sottostanti cavità midollari. Una membrana in pericardio viene opportunamente sagomata e posizionata intorno al collo implantare. Un biomateriale di origine eterologa viene innestato all' interno del difetto osseo. Riferimenti bibliografici. La membrana viene riflessa sul versante buccale/linguale a protezione dell' innesto e fissata stabilmente mediante pins in titanio. Riferimenti bibliografici. Dopo aver deteso adeguatamente il lembo, si procede alla sutura con un filo in PTFE 4/0. I controllo radiografici e il follow-up clinico evidenziano una remissione del quadro infiammatorio associato e una completa risoluzione del difetto osseo peri-implantare. Bibliografia essenziale: Tarquini G. Valutazione di un nuovo inserto ad ultrasuoni in rigenerazione tissutale guidata (GTR) : studio retrospettivo” Implants Italy; 1/2019: 16-20 Tarquini G. Il ruolo degli ultrasuoni in terapia chirurgica delle periimplantiti: presentazione di un caso clinico. Implant Tribune, Novembre 2017 - anno VI n. 4, pagg 1 – 7 Tarquini G. Trattamento chirurgico della perimplantite mediante rigenerazione ossea guidata. Italian Dental Journal 2016, Anno XI Numero 6/2016. Tarquini G. Regenerating a vertical bone defect consequent to peri-implantitis: a GBR case with an equine enzyme-treated bone substitute and a resorbable equine collagen membrane. Dental Leader Advisor Journal n°2 / April 2016 Tarquini G. Clinical evaluation of T – Black ultrasonic tips in oral surgery. A clinical report. American Dental news 2011 (in press) Corbi S, Tarquini G, Meleo D, Pacifici L. Evaluation of a new biomaterial in guided bone regeneration. Annali di Stomatologia, Vol. LVIII (n°4) 2009 October - December un saluto Giacomo Tarquini
  3. Introduzione: In caso di atrofie ossee verticali o combinate, è spesso necessario ricorrere ad aumento verticale della cresta ossea (VRA) prima dell’inserimento implantare. Nel presente caso clinico è stata eseguita una procedura GBR con membrana barriera in dPTFE non riassorbibile. Dopo un adeguato periodo di guarigione, la membrana in dPTFE non riassorbibile è stata rimossa e sono stati posizionati due impianti. Dopo aver atteso l'integrazione degli impianti è stato eseguito un innesto di tessuto connettivo subepiteliale (SECTG) per migliorare il biotipo locale attorno agli impianti. Successivamente il paziente è stato reinviato al medico curante per la riabilitazione protesica. Conclusioni: La rigenerazione ossea guidata (GBR) con membrane barriera in dPTFE non riassorbibili è considerata il "gold standard" per la risoluzione delle atrofie ossee verticali e combinate. PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI: CLICK HERE
  4. Giacomo Tarquini

    GBR Con Membrana Intenzionalmente Esposta

    Viene presentato un caso clinico di impianto post-estrattivo immediato associato a procedura di GBR con membrana intenzionalmente esposta. Immagine clinica preoperatoria dell' elemento 1.7 che evidenzia l' ampio coinvolgimento della forcazione buccale (Grado 2) Esami radiografici pre-operatori Dopo aver vagliato tutte le possibili alternative terapeutiche, si decide per l' estrazione dell' elemento 1.7 e la sua sostituzione con un impianto immediato Il sollevamento del lembo consente di evidenziare la lesione della forcazione radicolare Estrazione atraumatica mediante dispositivo piezoelettrico Inserimento di un impianto post-estrattivo immediato: mediante inserti piezoelettrici dedicati è possibile sfruttare il residuo setto inter-radicolare per ottenere una soddisfacente stabilità primaria L' ampia esposizione della superficie implantare indica una procedura di GBR (particolare della membrana in pericardio) Inserimento di un biomateriale di origine eterologa Fissaggio della membrana mediante pins in titanio Al fine di limitare la morbilità post-operatoria conseguente alla mobilizzazione del lembo (necessaria al raggiungimento di una chiusura per prima intenzione) la membrana viene lasciata intenzionalmente esposta (Lazzara, IJPRD 1989) Riferimenti bibliografici Follow-up radiografico (post-operatorio) Aspetto dei tessuti molli al termine della guarigione (6 mesi) Corona protesica definitiva in situ un saluto Giacomo Tarquini
  5. La predicibilità delle procedure di rigenerazione ossea guidata verticale (V-GBR) nelle edentulie intercalate a fini implanto-protesici è condizionata dalla presenza di picchi ossei di altezza adeguata sugli elementi dentari adiacenti (Simion, IJPRD 2008). Lo scopo di questo caso clinico è quello di illustrare l'esecuzione di una rigenerazione ossea guidata verticale (V-GBR) in assenza del picco osseo su uno degli elementi dentari adiacenti: per ovviare a questa condizione è stata eseguita contestualmente una procedura di rigenerazione tissutale guidata (GTR) che ha permesso di ottenere la ricostruzione sovracrestale del picco osseo mancante. Poichè le membrane in PTFE non devono entrare in contatto con le radici dei denti adiacenti, per la realizzazione della GTR sull'elemento 1.2 è stata impiegata una membrana riassorbibile in collagene. Per aumentare le possibilità di ottenere una soddisfacente rigenerazione è stato preparato un innesto composito miscelando osso autologo in chips a un innesto di origine eterologa (De Vicente, COIR 2010; Jensen, COIR 2012; Urban, IJOMI 2014). Come risultato finale, con un unico intervento chirurgico combinato e' stato possibile ricreare il picco osseo sulla radice dell' elemento 1.2 mediante tecnica di GTR e realizzare la GBR verticale per consentire l'inserimento di un impianto osteointegrato. Va comunque sottolineato come procedure chirurgiche di questo tipo mantengano un predicibilità necessariamente limitata e sono considerate fortemente operatore-dipendenti (Simion, IJPRD 2015). ESAMI RX PREOPERATORI di 1° e 2° LIVELLO ESTRAZIONE ELEMENTO 1.1 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI GUARIGIONE DEI TESSUTI MOLLI ESPOSIZIONE DEL DIFETTO OSSEO CRESTALE MANCANZA DEL PICCO OSSEO SULL'ASPETTO MESIALE DELL'ELEMENTO 1.2 SELEZIONE DI UNA MEMBRANA IN PTFE DENSO RINFORZATA IN TITANIO RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ALLOCAZIONE DELLA MEMBRANA BARRIERA SUL VERSANTE PALATALE PREAPARAZIONE DI UN INNESTO COMPOSITO (50:50 MIX AUTOLOGO-ETEROLOGO) INNESTO COMPOSITO IN SITU LA MEMBRANA IN PTFE RINFORZATA NON DEVE ENTRARE IN CONTATTO CON LA RADICE DELL'ELEMENTO 1.2 MEMBRANA RIASSORBIBILE IN COLLAGENE ALLOCATA SULL'ASPETTO MESIALE DELL'ELEMENTO 1.2 SUTURA IN PTFE RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ESAME RX POSTOPERATORIO GUARIGIONE DEI TESSUTI MOLLI MISURAZIONE DELLA DENSITA' OSSEA POSTOPERATORIA E PIANIFICAZIONE DELL'INSERIMENTO IMPLANTARE ESPOSIZIONE DELLA MEMBRANA IN PTFE RINFORZATA ENTITA' DELLA RIGENERAZIONE OSSEA OTTENUTA (ASPETTO BUCCALE) ENTITA' DELLA RIGENERAZIONE OSSEA OTTENUTA (ASPETTO OCCLUSALE) RIMOZIONE DELLA MEMBRANA IN PTFE PSEUDO-PERIOSTIO CONFRONTO TRA CONDIZIONE PRE E POST-OPERATORIA (ASPETTO CLINICO) CONFRONTO TRA CONDIZIONE PRE E POST-OPERATORIA (ASPETTO RADIOGRAFICO) PREPARAZIONE DEL SITO IMPLANTARE E PROTESIZZAZIONE DELL'ELEMENTO 1.1 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  6. Viene descritto un caso clinico di atrofia ossea combinata (Classe 3 sec. Seibert) in mandibola posteriore trattata mediante tecnica di rigenerazione ossea guidata (GBR) con membrana non riassorbibile in PTFE rinforzata in titanio. Situazione preoperatoria CBCT preoperatoria Sollevamento di un lembo a spessore totale Gestione del lembo linguale Accesso agli spazi midollari Selezione di una membrana barriera di tipo non riassorbibile in PTFE Innesto composito (50% autologo/50% eterologo) Fissaggio stabile della membrana Sutura in PTFE 4/0 OPT di controllo postoperatorio Condizione dei tessuti al termine del periodo di guarigione Controllo CBCT al termine del periodo di guarigione Rimozione della membrana in PTFE Si evidenzia un sostanziale incremento orizzontale e verticale della cresta ossea Confronto tra situazione pre e postoperatoria (incremento orizzontale) Confronto tra situazione pre e postoperatoria (incremento verticale) Inserimento implantare mediante inserti ad ultrasuoni Dopo il controllo CBCT postoperatorio il paziente è stato reinviato al Collega che lo ha riferito Riferimenti bibliografici un saluto Giacomo Tarquini
  7. Viene presentato un caso clinico di implantologia post-estrattiva immediata associata a Rigenerazione Ossea Guidata (GBR). Estrazione di elemento 2.3 per frattura radicolare con dispositivo piezoelettrico L' alveolo post-estrattivo evidenzia un' ampia deiscenza con fenestrazione della parete buccale: è indicato l' inserimento implantare associato a una tecnica di rigenerazione ossea guidata (GBR) Inserimento di impianti in sede 2.3 e 2.4 Vantaggi dell' inserimento implantare con dispositivo piezoelettrico: riferimenti bibliografici E' evidente un' ampia esposizione dell' impianto inserito in sede 2.3 Razionale biologico della GBR: riferimenti bibliografici Allocazione di una membrana riassorbibile in pericardio e innesto di biomateriale eterologo La membrana viene riflessa sul versante buccale e fissata stabilmente con pins in titanio Sutura in PTFE 4/0 Controllo radiografico postoperatorio Aspetto dei tessuti al momento del rientro chirurgico Gestione dei tessuti molli peri-implantari Al sollevamento del lembo è evidente una completa rigenerazione ossea peri-implantare Confronto tra situazione pre e post-operatoria Inserimento di healing abutments e sutura in PTFE 4/0 Fasi di condizionamento tissutale Protesi definitiva in metallo - ceramica e controllo radiografico a 6 mesi un saluto Giacomo Tarquini
  8. Introduzione: Nonostante le elevatissime percentuali di successo delle riabilitazioni protesiche eseguite su impianti osteointegrati, alcuni studi meta-analitici riportano un numero sempre maggiore di complicanze dovute a periimplantite (Hashim, 2020). Nonostante sia stata ampiamente dimostrata l'eziologia batterica della periimplantite, una serie di fattori favorenti sono stati progressivamente identificati; tra questi, il malposizionamento implantare rappresenta un fattore di rischio significativo. Quando un impianto è posizionato troppo vicino a un dente naturale o a un altro impianto è possibile prevedere un maggior rischio di riassorbimento osseo crestale (Lindhe, 2015). Allo stesso modo, impianti in posizione eccessivamente buccale (spessore osseo < 1 mm) o addirittura al di fuori della compagine ossea sono piu' suscettibili nei confronti di deiscenze a carico dei tessuti duri e molli: l'esposizione di una parte della superficie implantare favorisce l'accumulo di biofilm batterico aumentando il rischio di periimplantite (Giovannoli, 2016). Il caso clinico in oggetto descrive la rimozione di un impianto malposizionato e la sua immediata sostituzione in associazione a una procedura di Rigenerazione Ossea Guidata (GBR). Conclusioni: In caso di gravi malposizionamenti implantari, la rimozione e la sostituzione immediata o dilazionata con un nuovo impianto che abbia una posizione tridimensionale corretta può risultare determinante per evitare future complicanze. Quando le manovre di rimozione implantare dovessero esitare in un difetto dei tessuti duri e molli, è consigliabile associare all'inserimento del nuovo impianto una procedura di Rigenerazione Ossea Guidata (GBR). un saluto Giacomo Tarquini
  9. INTRODUZIONE: L’utilizzo di impianti osteointegrati per supportare protesi di tipo fisso rappresenta un trattamento ampiamente documentato ormai da decenni. In alcuni casi, tuttavia, la presenza di atrofie ossee a carico dei processi alveolari sia nel mascellare che in mandibola controindicano o rendono impossibile l’inserimento di impianti endossei. Allo scopo di correggere tali atrofie, varie tecniche chirurgiche sono state descritte in letteratura, quali ad esempio il prelievo e l’innesto di osso autologo in blocchi le tecniche di espansione ossea (o split-crest) e la rigenerazione ossea guidata (Guided Bone Regeneration o GBR) mediante membrane barriera sia di tipo riassorbibile che non riassorbibile. Viene presentato un caso clinico di riabilitazione implantoprotesica di un’area monoedentula intercalare mediante rigenerazione ossea guidata (GBR) con una lamina corticale flessibile (Flex Cortical Sheet) a protezione di un innesto particolato di origine eterologa associata a gestione dei tessuti molli peri-implantari mediante innesto di una matrice collagenica tridimensionale. CONCLUSIONI: Una delle procedure di ricostruzione ossea più documentate è la Guided Bone Regeneration (GBR): essa prevede il posizionamento di una membrana fra tessuti molli ed innesto osseo allo scopo di mantenere separate le due diverse popolazioni cellulari: la membrana, agendo da barriera, impedisce infatti che il sito di innesto sia invaso dalle cellule del tessuto connettivo a più rapida proliferazione. Essa, inoltre, stabilizza l’innesto impedendo quei micromovimenti che potrebbero ostacolare il processo di rigenerazione ossea. Idealmente, le membrane impiegate nella tecnica GBR dovrebbero avere caratteristiche tali da renderle in grado di proteggere adeguatamente il tessuto osseo per un tempo sufficiente affinché la rigenerazione ossea possa avvenire completamente. La scelta avviene in relazione all’anatomia del difetto, ovvero in relazione alla sua estensione e alla superficie di osso vitale disponibile. In alcuni casi, il ricorso a membrane riassorbibili ma con prolungato tempo di protezione può rappresentare un fattore di successo in grado di aumentare significativamente la predicibilità della terapia rigenerativa. Nel caso clinico presentato, la scelta della membrana barriera è caduta su una Flex Cortical Sheet che, a differenza delle tradizionali membrane in collagene, è rimodellata per via osteoclastica: questo consente la sua degradazione in un periodo di tempo considerevolmente piu' lungo. La gestione dei tessuti molli peri-implantari è stata realizzata mediante il ricorso a una matrice collagenica tridimensionale come alternativa al tradizionale innesto di tessuto connettivo autologo prelevato dal palato. BIBLIOGRAFIA: Tarquini G. Ricostruzione di atrofie mascellari mediante innesti in blocco di osso autologo a prelievo intraorale. Symposium Odontoiatrico, Anno 3; Numero 3 Ottobre 2012: 32-37 Tarquini G. Tecniche di chirurgia parodontale: dalla diagnosi alla terapia. Edizioni EDRA (Settembre 2017) Tarquini G. Terapia delle atrofie ossee verticali mediante rigenerazione ossea guidata (G.B.R.) con membrane non riassorbibili: descrizione di un caso clinico. Implantologia Implantoprotesi e Digitale (Quintessence Publishing) N° 3/2018: 41-49 Tarquini G. Regenerating a vertical bone defect consequent to peri-implantitis: a GBR case with an equine enzyme-treated bone substitute and a resorbable equine collagen membrane. Dental Leader Advisor Journal n°2 / April 2016: 53-58 Tarquini G. Coronally advanced flap technique to treat class I and II gingival recession in combination with a connective tissue graft or an equine collagen matrix. A retrospective study. Int J Periodontics Restorative Dent Volume 37 , Issue 4 July/August 2017 Pages e217–e223 Tarquini G. Rigenerazione Tissutale Guidata (G.T.R.) di un difetto intraosseo circonferenziale: presentazione di un caso clinico. Implants Italy; 2/2018: 08-14 Tarquini G. GBR peri-implantare utilizzando una membrana corticale deantigenata per via enzimatica. Bioteck Dental Surgery Leaflets, Bioteck Academy Leaflets 2019 Tarquini G. Treatment of intrabony defects using equine-derived bone granules and collagen membranes: A retrospective study with 13-year follow-up. Journal of Contemporary Dental Practice, Volume 21: Issue 9 (September 2020); 970-976 Tarquini G. Diagnosi e pianificazione digitale pre-chirurgica in Rigenerazione Ossea Guidata (G.B.R.): descrizione di un caso clinico. CAD-CAM Italy; 3/2019: 38-43 Tarquini G. A Defect Made Defunct: Guided tissue regeneration case study of a periodontal intrabony defect, with a surgical re-entry and clinical evaluation after 5 years. DentalTown Online Magazine; August 2021; 38-43 Tarquini G. Treatment of intrabony defects using equine-derived, collagen-preserving bone granules and pericardium membranes: A 5-year follow-up retrospective study. Dental Cadmos 2021;89(6):450-458 Tarquini G. Técnicas de cirugia periodontal: del diagnostico a la terapia (ESP) Editorial AMOLCA (Marzo 2021)
  10. Viene presentato un caso di atrofia ossea combinata (Classe 3 sec. Seibert) su un sito monoedentulo in mandibola posteriore risolto mediante GBR con una membrana di tipo non riassorbibile rinforzata in titanio. NB: La principale difficoltà nelle procedure di questo tipo risiede nella fase di passivazione dei lembi, molto piu' indaginosa rispetto ad una zona edentula di maggior estensione. CASO CLINICO Immagine intraoperatoria del sito edentulo in zona 4.7 Esame radiografico endorale: si evidenzia un' atrofia ossea verticale che controindica l' inserimento implantare Disegno e incisione di un lembo a spessore totale Al sollevamento del lembo è evidente anche una forte componente orizzontale (atrofia ossea di tipo combinato) Creazione di un accesso alle sottostanti cavità midollari Il tipo di atrofia indica l' utilizzo di una membrana di tipo non riassorbibile rinforzata in titanio in virtu' delle spiccate capacità di "space making" Dopo aver fissato la membrana sull' aspetto linguale, viene eseguito un innesto di biomateriale eterologo in granuli La membrana viene riflessa sul versante buccale e fissata con pins in titanio Sutura in PTFE 4/0 Riferimenti bibliografici che illustrano la tecnica di sutura in doppia linea Guarigione dei tessuti molli Esame radiografico di controllo Al termine di un adeguato periodo di guarigione si procede al rientro chirurgico per rimuovere la membrana e inserire l' impianto Rimozione dei mezzi di sintesi e sollevamento della membrana rinforzata in titanio Immagine intraoperatoria che evidenzia l' entità della rigenerazione ossea ottenuta Confronto tra la situazione pre e postoperatoria Membrana rinforzata completamente rimossa La prossimità con il N.A.I. indica la preparazione del sito implantare mediante inserti piezoelettrici Inserimento di un impianto endosseo in posizione 4.7 Impianto in situ Sutura in PTFE 4/0 a punti staccati e radiografia endorale di controllo Guarigione dei tessuti molli Al completamento del periodo di osteointegrazione si procede alla scopertura implantare e alla gestione dei tessuti molli Procedura di roll - flap modificata sec. Barone e applicazione di un healing abutment Aspetto dei tessuti molli periimplantari e protesi definitiva in metallo - ceramica Un saluto Giacomo Tarquini
  11. Viene presentato un caso di riabilitazione implantoprotesica in zona 1.4 - 1.5 per soddisfare la richiesta del paziente di eliminare il vecchio ponte in metallo-ceramica tuttora presente. L' area edentula è caratterizzata da un' atrofia mascellare di Classe 1 sec. Seibert associata a una marcata concavità buccale: in queste condizioni, l' inserimento di impianti senza ricorrere a procedure di bone augmentation porterebbe a un' estesa deiscenza dei corpi implantari. CASO CLINICO Immagini preoperatorie e pianificazione radiologica del caso clinico Si eleva un lembo trapezoidale a tutto spessore Scheletrizzazione dell' area atrofica Riferimenti bibliografici che supportano il razionale biologico della procedura chirurgica Creazione di fori di accesso alla midollare mediante inserto piezoelettrico Ottimizzazione dell' asse di inserimento implantare mediante inserto piezoelettrico Riferimenti bibliografici che supportano l' impiego di inserti piezoelettrici in Chirurgia implantare Viene selezionata una membrana in lamina corticale eterologa in ragione del maggior tempo di protezione offerto rispetto a una membrana in collagene Allocazione della lamina in corticale e innesto di biomateriale eterologo a colmare l' ampia concavità buccale Stabilizzazione della lamina in corticale mediante pins in titanio Accurata detensione del lembo allo scopo di evitare deiscenze della ferita chirurgica Sutura con punti a materassaio orizzontale interno e punti staccati in PTFE 4/0 Rimozione suture in 14ma giornata Aspetto dei tessuti molli al termine del periodo di guarigione Esposizione degli impianti e management dei tessuti molli Controllo radiografico e guarigione dei tessuti molli (follow - up a 30 gg.) Fasi di laboratorio ù Protesi definitiva di tipo avvitato Follow - up a 2 anni un saluto Giacomo Tarquini
  12. Viene presentato un caso clinico di atrofia ossea in mandibola anteriore risolto per mezzo di Rigenerazione Ossea Guidata con contestuale inserimento di impianti osteointegrati Immagine clinica preoperatoria Studio radiografico del caso: si evidenzia una marcata atrofia del processo alveolare La simulazione virtuale controindica l' inserimento di impianti osteointegrati senza intraprendere procedure di "bone augmentation"
  13. INTRODUZIONE La peri-implantite è attualmente definita come l’infezione dei tessuti molli che circondano un impianto osteointegrato associata a una significativa perdita ossea crestale con andamento progressivo. Relativamente alla strategia terapeutico di scelta, le evidenze scientifiche più recenti indicano che l’approccio chirurgico sia attualmente considerato come il trattamento di elezione per la peri-implantite. L’aspetto piu’ dibattuto e controverso, che riveste un’importanza cruciale nella predicibilità della terapia, è quello relativo alla decontaminazione della superficie implantare: nonostante diversi metodi (chimici, meccanici o manuali) siano stati descritti negli anni, non si è ancora giunti ad un consenso su quale sia il protocollo di decontaminazione più efficace tra tutti quelli fino ad ora proposti. Sfruttando le ben note proprietà battericide e batteriostatiche degli ultrasuoni, l’impiego del nuovo dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” si rivela particolarmente vantaggioso poiché consente l’accesso alle zone più difficili da raggiungere, come ad esempio le spire implantari, le micro e nano rugosità della superficie e l’alloggiamento interno della vite di connessione; accesso che altrimenti si rivelerebbe pressoché impossibile con una strumentazione di tipo tradizionale, quali curettes o strumenti rotanti. RAZIONALE BIOLOGICO Il razionale biologico alla base del dispositivo «PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini» si fonda sugli effetti biologici - documentati da una imponente numero di pubblicazioni scientifiche negli ultimi decenni - della cavitazione ultrasonica sul biofilm batterico. A differenza di quanto accade con altri mezzi (chimici, meccanici o manuali) che hanno evidenziato negli anni un’efficacia relativamente modesta, le onde meccaniche causate dalla cavitazione del liquido irrigante sono in grado di raggiungere qualsiasi zona della superficie implantare (anche le nano e microporosità delle attuali superfici in titanio) nonché l’alloggiamento interno della vite di connessione: in questo modo la decontaminazione dell’impianto avviene in maniera completa (sia sulla superficie esterna che al suo interno) senza alterarne la composizione chimico-fisica originaria. La possibilità di ottenere una decontaminazione completa e predicibile è di estrema importanza nella terapia delle periimplantiti, poiché il fine ultimo della procedura rigenerativa peri-implantare è proprio quello di ottenere un nuovo processo di osseointegrazione («re-osseointegration») in tutto e per tutto identico a quello avvenuto al momento dell’inserimento implantare. È stato infatti dimostrato come la possibilità di ottenere una nuova osseointegrazione sia estemamente limitata su superfici tornite e/o che siano state alterate fisicamente o chimicamente mentre avviene in maniera molto piu’ consistente intorno a superfici in titanio microruvide purchè opportunamente decontaminate. Per massimizzare gli effetti della terapia rigenerativa sarà quindi essenziale riuscire ad ottenere una decontaminazione implantare completa e predicibile mantenendo al contempo inalterate tutte le proprietà di superficie. PROTOCOLLO CHIRURGICO Il protocollo chirurgico di decontaminazione implantare mediante dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” è indicato essenzialmente per il trattamento di difetti intraossei che necessitano una terapia di tipo rigenerativo in accordo con i principi della G.B.R. (“Guided Bone Regeneration”). Il dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” consente di eseguire una completa decontaminazione dell’impianto senza alterarne la macro e microgeometria di superficie. - Sondaggio e valutazione radiografica peri-implantare - Sollevamento un lembo a spessore totale adeguato per forma e dimensioni - Rimozione del tessuto di granulazione (ove presente) intorno all’impianto e all’interno del difetto intraosseo mediante inserti ES012CT e ES030ACT - Rimuovere la vite di copertura (ove presente) allo scopo di decontaminare anche la superficie interna dell’impianto e sostituirla con una sterile al termine di questa fase operatoria - Il dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” è composto da una parte metallica (inserto) e da una parte in silicone medicale (camera di cavitazione) - L’inserto metallico è dotato di appositi micro-fori (un assiale e due laterali) per un’omogenea diffusione del liquido irrigante all’interno della camera di cavitazione - Assemblare il dispositivo inserendo la parte in silicone (camera di cavitazione) sull’inserto metallico - Adattare la camera di cavitazione intorno alla porzione esposta dell’impianto da trattare in modo da creare uno spazio chiuso all’interno del quale il liquido irrigante possa andare in cavitazione; è raccomandabile evitare il contatto tra l’inserto metallico e la testa dell’impianto - Azionare il dispositivo a ultrasuoni (Esacrom Moto o Surgysonic) per un tempo di 3’ impostando i seguenti parametri: U 40 - V 80 - P 50. Non è necessario che la camera di cavitazione abbia un sigillo completo sulla cresta ossea - Eseguire il protocollo rigenerativo di scelta (ad es. mediante membrane di tipo riassorbibile o non riassorbibile) - Sutura dei lembi in accordo con la tecnica selezionata - Rientro chirurgico e follow-up radiografico per valutare il grado di rigenerazione ossea ottenuta CASO CLINICO Il caso clinico illustra una procedura di trattamento chirurgico-rigenerativo di una peri-implantite mediante decontaminazione effettuata con dispositivo «PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini» RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
  14. Introduzione: L' inserimento di impianti postestrattivi immediati in zona estetica costituisce una sfida sia per il chirurgo che per il protesista: quando un impianto viene posizionato in maniera non ideale, il confezionamento di una protesi esteticamente valida può rivelarsi difficile se non impossibile (Hammerle, IJOMI 2004). I malposizionamenti meno severi possono essere corretti protesicamente (Moraguez, IJED 2015) mentre nei casi piu' gravi l' impianto può essere lasciato sommerso (Samborski, JOI 2001), riposizionato mediante osteotomie segmentali (Stacchi, IJPRD 2008) oppure rimosso e sostituito immediatamente con un altro impianto inserito in posizione corretta. Descrizione del caso clinico: Viene descritto un protocollo di sostituzione immediata di un impianto malposizionato in zona estetica con un altro correttamente inserito mediante tecnica ultrasonica e associato a procedura di rigenerazione ossea guidata (GBR). Conclusioni: La rimozione atraumatica di un impianto malposizionato in zona estetica e il contemporaneo inserimento di un nuovo impianto in posizione protesicameante ed esteticamente corretta associato a una procedura di Rigenerazione Ossea Guidata (GBR) si rivela una terapia sicura e predicibile.
  15. INTRODUZIONE: La chirurgia endodontica rappresenta l’intervento di elezione quando non è possibile curare un dente con una lesione apicale mediante terapia endodontica ortograda attraverso la corona del dente, oppure quando l’intervento di devitalizzazione, sebbene ben eseguito non ha portato alla guarigione della lesione apicale. Una delle indicazioni all'intervento è rappresentata anche dalla presenza di perni cementati nella radice. :n alcuni casi il tentativo di rimuovere il perno potrebbe provocare la frattura della radice, evento che condurrebbe all’estrazione del dente. In questi casi per evitare la frattura radicolare, si preferisce trattare il dente chirurgicamente. Viene presentato un caso clinico di chirurgia endodontica eseguito interamente con l'ausilio di un dispositivo ad ultrasuoni. CASO CLINICO: Immagine preoperatoria Esami radiografici preoperatori di 1° e 2°livello Lembo di accesso Riferimenti bibliografici Enucleazione cisti odontogena associata a estrazione dell'elemento dentario giudicato non recuperabile Riferimenti bibliografici Chirurgia endodontica Inserimento di impianto postestrattivo immediato in sede 2.4 Rigenerazione Ossea Guidata dei difetti ossei residui Riferimenti bibliografici Rigenerazione Ossea Guidata del difetto osseo periimplantare Posizionamento e sutura del lembo Riferimenti bibliografici Follow-up radiografico a 6 mesi (esame radiografico di 2° livello) Protesi definitiva in metallo-ceramica su impianto in sede 2.4 Riferimenti bibliografici CONCLUSIONI: L'impiego di un dispositivo piezoelettrico in chirurgia endodontica offre il vantaggio di una maggior visibilità intraoperatoria grazie all' azione della cavitazione ultrasonica, un rispetto assoluto delle strutture sensibili quali la membrana del seno mascellare (come nel presente caso clinico) o la presenza del NAI in mandibola e un accesso mini-invasivo grazie alle ridotte dimensioni degli inserti. Un saluto Giacomo Tarquini
  16. Il processo di iperpneumatizzazione del seno mascellare associato al riassorbimento osseo del processo alveolare in seguito ad un'edentulia di lunga data possono esitare in un'atrofia di tipo combinato (Chiapasco, COIR 2008) che può rendere difficoltoso se non impossibile l'inserimento di impianti osteointegrati. In questi casi, il rialzo del seno mascellare rappresenta solo una parte del processo riabilitativo: la completa ricostruzione tridimensionale delle atrofie mascellari combinate sarà pertanto possibile solo mediante l'associazione tra un intervento di sinus lifting e una procedura di ricostruzione orizzontale e/o verticale del processo alveolare (Urban, CIDRR 2017). Il presente caso clinico descrive una procedura di rialzo del seno mascellare in associazione a un intervento di Rigenerazione Ossea Guidata (GBR). un saluto Giacomo Tarquini
  17. Viene presentato un caso di rigenerazione ossea guidata (GBR) con membrane riassorbibili per la risoluzione di un difetto osseo complesso secondario a periimplantite. Diagnosi clinica e radiologica Situazione clinica preoperatoria Esposizione e debridement del difetto osseo periimplantare Decontaminazione della superficie implantare esterna e interna Preparazione di un innesto osseo di tipo composito (50% autologo : 50% eterologo) Viene selezionata una membrana di tipo riassorbibile Posizionamento dell'innesto composito Stabilizzazione della membrana di tipo riassorbibile Sutura in PTFE Follow-up a 30 giorni Follow-up a 6 mesi Scopertura dell' impianto: è possibile apprezzare una sostanziale rigenerazione ossea Confronto tra la situazione pre e postoperatoria Gestione dei tessuti molli periimplantari Follow-up a 24 mesi un saluto Giacomo Tarquini
  18. Viene presentato un caso di periimplantite indotta da residui di cemento protesico definitivo non correttamente rimossi. Immagini preoperatorie e sondaggio periimplantare Il sondaggio periimplantare e l' esame RX endorale permettono di porre diagnosi di periimplantite a carico dell' impianto in posizione 2.2 Viene rilevata la presenza di una fistola Viene programmato un intervento di chirurgia rigenerativa periimplantare con approccio transmucoso Incisione e sollevamento di un lembo a spessore totale Si evidenzia una notevole quantità di tessuto reattivo: sono presenti residui di cemento definitivo lasciato in situ Rimozione del cemento in eccesso Riferimenti bibliografici Clivaggio e rimozione del tessuto reattivo Immagine intraoperatoria che evidenzia il difetto osseo periimplantare Debridement del difetto osseo e decontaminazione della superficie periimplantare mediante un inserto dedicato montato su manipolo a ultrasuoni sfruttando il ruolo battericida della cavitazione Riferimenti bibliografici Applicazione topica di gel decontaminante Riferimenti bibliografici Aspetto della superficie implantare al termine del trattamento Perforazione della corticale ossea mediante un inserto dedicato montato su manipolo a ultrasuoni Riferimenti bibliografici Esposizione degli spazi midollari circostanti il difetto osseo periimplantare Una membrana in pericardio viene opportunamente sagomata Riferimenti bibliografici Posizionamento della membrana in pericardio intorno al collo implantare Riferimenti bibliografici Un biomateriale di origine eterologa viene innestato all' interno del difetto osseo periimplantare Riferimenti bibliografici La membrana precedentemente allocata viene riflessa buccalmente a copertura dell' innesto La membrana in pericardio viene stabilmente fissata mediante pins in titanio Riferimenti bibliografici Sutura del lembo con filo PTFE 5/0 Riferimenti bibliografici Controllo postoperatorio: immagine clinica Controllo postoperatorio: sondaggio periimplantare e controllo RX endorale Controllo postoperatorio: si evidenzia una sostanziale rigenerazione del difetto osseo periimplantare
  19. Viene descritto un caso clinico di Rigenerazione Ossea Guidata (GBR) in mandibola posteriore realizzato per mezzo di una membrana di tipo riassorbibile. Immagine preoperatoria Dima radiopaca per lo studio e la pianificazione radiologica del caso clinico Sollevamento di un lembo a spessore totale: si evidenzia un' atrofia combinata (Classe 3 sec. Seibert) prevalentemente orizzontale associata a una modesta quota verticale Dima radiologica trasformata in dima chirurgica posizionata in situ Osteotomie implantari Inserimento di 2 impianti osteointegrati in sede 3.6 - 3.7: risulta esposta una considerevole porzione di superficie implantare Creazione di un accesso alla sottostante midollare Allocazione di una membrana di tipo riassorbibile e innesto di biomateriale di origine eterologa Stabilizzazione della membrana mediante pins in titanio Sutura in poliestere 4/0 e PGA 5/0 Guarigione della ferita chirurgica Controllo radiografico a 6 mesi Rientro chirurgico Confronto tra situazione pre e postoperatoria: si evidenzia un notevole guadagno di volume osseo rigenerato Connessione di healing abutment e gestione dei tessuti molli periimplantari Protesi definitiva (follow - up a 24 mesi) un saluto Giacomo Tarquini
  20. Un breve video che descrive una procedura di Rigenerazione Ossea Guidata (G.B.R.) per risolvere un caso di peri-implantite a carico di due impianti inseriti in zona 1.7 - 1.6: CLICK HERE un saluto Giacomo Tarquini
  21. Viene presentato un caso di rigenerazione ossea guidata (G.B.R.) con membrana non riassorbibile rinforzata in titanio eseguita intorno a un impianto inserito con protocollo postestrattivo differito. Immagine intraorale di 1.4 All' E.O. e dopo aver visionato la RX endorale, l' elemento 1.4 viene giudicato non recuperabile e posto in chirurgia estrattiva; il paziente è attualmente in terapia parodontale. Allo scopo di guidare la guarigione dei tessuti molli l' alveolo postestrattivo viene sigillato con una matrice tridimensionale collagenica; non viene contemplato alcun tentativo di preservazione della cresta ossea A causa dell' importante deficit di tessuti duri viene programmato un approccio implantoprotesico di tipo postestrattivo differito (Class 3 sec. Salama & Funato)
  22. Viene presentato un caso clinico di periimplantite in emimandibola posteriore sn risolto mediante terapia rigenerativa. La pz (anamnesi odontoiatrica negativa per malattia parodontale) si presenta all' osservazione lamentando sanguinamento evocato a partenza dalla mucosa periimplantare e dolorabilita' alle manovre di igiene orale. Dopo la rimozione delle corone protesiche e della componentistica si apprezza un lieve gemizio purulento a carico degli impianti inseriti in posizione 3.6 - 3.7 La pz viene inserita in un regime di igiene orale professionale allo scopo di risolvere la componente infiammatoria a carico della mucosa periimplantare conformemente al protocollo C.I.S.T. (Mombelli & Lang, 1998) Ricordiamo che il controllo dell' infiammazione rappresenta un passo imprescindibile prima di un qualsiasi successivo atto chirurgico.
  23. VIENE PRESENTATO UN CASO DI PERIIMPLANTITE RISOLTO CON TERAPIA RIGENERATIVA A MEZZO DI MEMBRANA NON RIASSORBIBILE RINFORZATA IN TITANIO. PAZIENTE DI AA 55 GIUNGE ALL' OSSERVAZIONE LAMENTANDO DOLORABILITA' E SANGUINAMENTO EVOCATO DURANTE LE MANOVRE DI IGIENE ORALE IN CORRISPONDENZA DEGLI IMPIANTI OSTEOINTEGRATI IN ZONA 4.5 - 4.6 AL SONDAGGIO PERIIMPLANTARE E ALL' ESAME RX SI EVIDENZIA UN RIASSORBIMENTO OSSEO VERTICALE A CARICO DEGLI STESSI. DA NOTARE LA DISCREPANZA TRA L' IMMAGINE RX ENDORALE (BIDIMENSIONALE) E LA RICOSTRUZIONE CBCT. VIENE POSTA DIAGNOSI DI PERIIMPLANTITE A CARICO DEGLI IMPIANTI IN ZONA 4.5 - 4.6 POICHE' TUTTE LE PIU' RECENTI EVIDENZE DISPONIBILI IN LETTERATURA CONCORDANO SULLA SUPERIORITA' DEI RISULTATI DI UNA RIGENERAZIONE GUARITA A CIELO COPERTO RISPETTO AD UNA RIGENERAZIONE GUARITA MANTENENDO I PILASTRI IMPLANTARI IN SITU, OVE POSSIBILE E' SEMPRE CONSIGLIABILE RIMUOVERE PROTESI E COMPONENTISTICA AL FINE DI ASSICURARE UNA CHIUSURA DEL LEMBO OTTIMALE. DOPO AVER SMONTATO LA PROTESI FISSA E LA COMPONENTISTICA VENGONO INSERITE DUE VITI DI COPERTURA STERILI LA PAZIENTE VIENE SOTTOPOSTA A REGOLARI SEDUTE DI IGIENE ORALE PROFESSIONALE E A SEDUTE DI RINFORZO MOTIVAZIONALE ALLO SCOPO DI ARRIVARE IN FASE CHIRURGICA CON TESSUTI PERIIMPLANTARI SANI.
  24. L' inserimento di un impianto postestrattivo nelle zone latero-posteriori ha sempre costituito argomento di acceso dibattito tra i clinici. Tra i vantaggi che e' possibile ottenere da questo approccio sono riportati in letteratura la riduzione del numero di sedute chirurgiche, dei costi e del tempo totale di trattamento (Vandeweghe JOMR 2011). Oltre a questo, alcuni Autori riconoscono all' inserimento di un impianto postestrattivo una migliore outcome a livello estetico e una miglior preservazione dei tessuti duri e molli (Watzek IJOMI 1995, Schwartz-Arad JPeriodontol 1997). Di contro, va calcolato un aumento del rischio infettivo, una maggior difficolta' nel posizionamento protesicamente corretto dell' impianto, una maggior difficolta' nel raggiungimento della stabilita' primaria e una risposta dei tessuti duri e molli che nei biotipi sottili puo' essere difficilmente predicibile (Quirynen IJOMI 2007, De Rouck IJOMI 2008). Di seguito, viene presentato un caso clinico di impianto postestrattivo in zona 4.6 Immagine preoperatoria. Dopo aver compreso e rifiutato le possibili alternative terapeutiche il paziente fornisce il proprio consenso in forma scritta per un impianto postestrattivo in zona 4.6 Riferimenti bibliografici Estrazione di 4.6 mediante dispositivo piezoelettrico Alveolo postestrattivo
  25. Viene presentato un caso di impianto postestrattivo immediato in sede 1.5 associato a procedura di GBR con membrana di tipo riassorbibile. Immagini preoperatorie e controllo RX endorale: l' elemento 1.5 viene posto in estrazione Sondaggio parodontale Estrazione elemento 1.5
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