grazie Davide e Carlo per i commenti gentili e le domande...
per Davide, nella mia filosofia di lavoro qualsiasi trattamento per quanto è possibile è in monoseduta... vitali, necrotici, con lesione periapicale o ritrattamenti... l'unica condizione è che i canali siano asciugabili e non drenanti. Parlando a titolo personale, quindi con un livello di evidenza basso, non ho rientri in urgenza per flare-up o ascessi nei giorni successivi, i pazienti vengono avvertiti che il dente darà disagio per alcuni giorni e si raccomanda loro di assumere analgesici al bisogno (no antibiotici), ma in ogni caso non ci sono problemi particolari... se dall'esperienza personale ci spostiamo a qualcosa di più corposo, la review più seria in merito è una Cochrane del 2007 di Gorni e Gagliani che evidenzia come non ci siano differenze significative negli outcomes tra terapie monoseduta e multiappuntamento, a parte una lieve maggiore incidenza di dolore postoperatorio nelle monoseduta (ma non significativa)
per Carlo, certamente l'unico irrigante imprescindibile è l'ipoclorito di sodio, ma non vedo particolari rischi nell'utilizzare l'EDTA che peraltro è ampiamente contemplato come irrigante nei protocolli cosiddetti "gold standard". Essendo un chelante, l'unica interazione negativa con l'ipoclorito è che lega a se molto rapidamente gli ioni cloro liberi, facendone crollare la titolazione, e quindi in pratica i due irriganti si inattivano tra loro se in contatto. Il razionale di utilizzare l'EDTA come lavaggio finale è quello di liberare i tubuli dentinali dallo smear layer prodotto dal passaggio dei nostri stessi strumenti, lo trovo un passaggio razionalmente corretto