Gli innesti gengivali liberi sono una di quelle terapie soggette ciclicamente ad ondate di favore e di ripudio. Molto di moda negli anni ’60 e ’70 caddero poi in disuso negli anni ’80 dopo che la scuola svedese dimostrò che era possibile avere un parodonto marginale sano anche in presenza di un solo mm di gengiva aderente.
Nell’ultimo decennio tuttavia sono tornati in auge soprattutto come metodo per ricoprire le recessioni gengivali laddove una carie del colletto potrebbe spingere ad un restauro marginale che non farebbe che aggravare nel tempo la recessione stessa.
Uno dei primi a proporre questo tipo di intervento è stato P.D. Miller al cui genio si deve la classificazione delle recessioni gengivali (1985) che ha scalzato quella di Sullivan e Atkins (1969), ma anche la classificazione della mobilità dentale (1950) ancora in uso in tutto il mondo. Il vantaggio della classificazione di Miller è soprattutto prognostico. Infatti le prime due classi consentono una ricopertura completa. La terza classe consente una ricopertura parziale mentre la quarta non permette nessuna ricopertura.
Attualmente le indicazioni per la ricopertura radicolare sono fondamentalmente quattro:
- ipersensibilità del colletto scoperto.
- correzione estetica (su richiesta del paz)
- ripetuti processi infiammatori del parodonto marginale non controllabili con le manovre di igiene domiciliare.
- presenza di lesioni cariose radicolari.
Le tecniche di ricopertura possono essere divise in quattro gruppi:
1) lembi peduncolati:
- a scorrimento laterale.
- posizionato obliquamente.
- a doppia papilla.
- a riposizionamento coronale (tipo Bernimoulin)
- semilunare (Tarnow)
2) innesti gengivali liberi.
3) innesti liberi di tessuto connettivo:
- tecnica a busta di Raetzke.
- innesto sotto-epiteliale di connettivo secondo Langer.
- innesto sotto-peduncolato di connettivo secondo Nelson.
4) rigenerazione guidata dei tessuti.
Paziente F.D. di anni 48, sesso femminile. Caucasica.
Recessione gengivale a carico del 23 di 1° classe di Miller (ex “larga e profonda” di Sullivan e Atkins). Recidiva cariosa apicalmente a restauro in composito del colletto. Si programma intervento di innesto sotto-epiteliale di connettivo con prelievo dal palato (tecnica di Langer). Dopo aver rimosso il composito e il tessuto carioso si disegna un lembo a spessore parziale al disotto del quale viene inserito uno spesso innesto di tessuto connettivo prelevato dal palato. A distanza di 3 mesi dall’intervento si procede alla rimodellazione dell’innesto e al rifacimento di un restauro in composito (foto 9). Controllo a un anno (foto 10) e a 5 anni (foto 11 e 12).
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