Viene presentato un caso di rimozione di un impianto fratturato per mezzo di un dispositivo piezoelettrico con la descrizione del relativo protocollo chirurgico.
Paziente donna ASA 1 si presenta all' osservazione lamentando la frattura di un impianto endosseo precedentemente inserito e protesizzato.
All' EO si evidenzia una monoedentulia in corrispondenza dell' elemento 2.7
Le indagini radiografiche di 2° livello evidenziano la frattura del corpo implantare associata ad un riassorbimento di tipo crateriforme (Classe E sec. Schwarz).
Inoltre, l' apice implantare e' procidente all' interno del seno mascellare.
La fistolografia rende visibile un tramite con secrezione purulenta che dalla cresta edentula arriva al livello della cresta ossea.
Viene elevato un lembo a spessore totale con un' incisione crestale anticipata palatalmente.
Il protocollo chirurgico, cosi' come precedentemente descritto, prevede l' impiego consecutivo di due differenti tipologie di inserto piezoelettrico: un primo inserto di forma appuntita serve alla creazione di un solco - guida all' interno del quale verra' inserito un inserto carotatore.
Riferimento bibliografico:
G. Tarquini
Rimozione di impianti endossei fratturati con l’ ausilio di un dispositivo piezoelettrico: descrizione di un caso clinico.
Implants Italia Vol. 0/2012 - Gennaio 2012
Azione del primo inserto per la creazione del solco - guida
L' azione del primo inserto (solco circumferenziale) e' evidenziata all' interno dal cerchio di colore azzurro.
Una volta creato il solco circumferenzialmente al corpo implantare, e' possibile utilizzare l' inserto carotatore, che viene spinto con un leggero movimento di rotazione e controrotazione sino al livello dell' apice implantare.
In questo caso, poiche' l' impianto e' procidente nel seno mascellare, la parte terminale dell' inserto prendera' inevitabilmente contatto direttamente con la membrana di Schneider: e' pertanto di fondamentale importanza procedere con la massima delicatezza onde evitare lacerazioni involontarie della membrana sinusale.
Al termine di questo tempo operatorio, il corpo implantare sara' completamente clivato dalla compagine ossea e avra' una mobilita' sufficiente ad essere lussato con una leva dritta e rimosso in toto.
Prima del successivo tempo operatorio, la paziente viene sottoposto alla manovra di Valsalva per intercettare la presenza di possibili COA; in questo caso, la manovra ha dato esito negativo.
La cripta ossea residua viene tamponata con una spugna in collagene allo scopo di stabilizzare il coagulo ematico.
L' ultimo tempo chirurgico prevede una sutura a punti staccati in poliestere 4/0
Il controllo radiografico postoperatorio dimostra la rimozione in toto del corpo implantare e il mantenimento dell' integrita' del pavimento del seno mascellare senza la creazione di una COA, evenienza sempre possibile in simili circostanze.
Immagine dei tessuti molli a guarigione avvenuta.
Conclusioni:
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