INTRODUZIONE:
Le griglie in titanio furono introdotte per la prima volta nel 1969 da Boyne per la ricostruzione di grandi difetti ossei in ambito maxillo-facciale e furono in seguito proposte per la correzione di creste mascellari edendule riassorbite, mentre il primo autore a sperimentarne l'impiego anche in ambito prettamente odontoiatrico fu von Arx nel 1996.
In alternativa alle tradizionali griglie dotate di macropori é raccomandabile l'impiego di una micromesh in titanio (Rakhmatia, IJOMI 2004) che può essere associata al posizionamento di una membrana di tipo riassorbibile per ottenere un piu' predicibile effetto barriera (Giordano, IOS 2010).
Il biomateriale più utilizzato per le sue favorevoli proprietà osteogenetiche è l’osso autologo, prelevato sia da sedi extraorali che da sedi intraorali, come la sinfisi mentoniera o la mandibola posteriore (Ricci, QI 2010).
La percentuale di successo complessiva della rigenerazione ossea mediante griglie in titanio oscilla dal 67% al 100% (Chiapasco, COIR 2006).
CASO CLINICO:
CONCLUSIONI:
L'impiego di una micromesh in titanio associata a una membrana di tipo riassorbibile e ad un innesto di osso autologo è in grado di promuovere la neoformazione ossea e consentire la riabilitazione implantare in creste alveolari atrofiche.
Le percentuali di sopravvivenza e di successo degli impianti inseriti nelle aree trattate sono paragonabili a quelle descritte in Letteratura per impianti inseriti in osso nativo non rigenerato,
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