I Calcoli Salivari sono una patologia molto meno rara di quello che si pensa e spesso passano misconosciuti perchè il paziente non si lamenta di sintomatologia spesso lieve,ma anche perché noi odontoiatri spesso troppo focalizzati sugli elementi dentari non poniamo sufficiente attenzione a tale patologia.
Escludendo i casi acuti che posso presentarsi alla nostra attenzione con un ascesso intraghiandolare in atto accompagnato da una serie di sintomi inequivocabili, la maggior parte delle volte si nota solo una leggera radiotrasparenza in ortopanoramica in zona sottomandibolare scambiata facilmente per una addensamento osseo della mandibola, accompagnata da lieve rigonfiamento della ghiandola sottomandibolare che si accentua durante i pasti.
Da qualche tempo ho rivolto più domande ai pazienti al riguardo e ho scoperto che tale patologie è più frequente di quello che immaginavo. Dopo aver diagnosticato però la patologia, rimane la questione su come eliminare il calcolo che ostruisce il dotto evitando una chirurgia invasiva che possa esitare in esiti cicatriziali del dotto spesso peggiori della patologia stessa.
Io personalmente eseguo una procedura che mostro in questo caso clinico:
come prima cosa eseguo una rx occlusale attraverso la quale è facilissimo fare la diagnosi ed individuare la posizione del calcolo
nel pavimento della bocca non necessariamente è presente un rigonfiamento evidente e/o dolente.
Previa anestesia con mepicavaina, con un particolare strumento in titanio flessibile sondo il dotto fino a raggiungere il calcolo ostruente ed ottenere anche la profondità di ostruzione.
Guidato dallo strumento in titanio, con il laser a diodi eseguo un'incisione per permettermi l'apertura solo della parte superiore del dotto slargato.
Infine enucleo il calcolo aiutandomi con uno scollaperiostio.
Non solo non è necessario suturare il dotto aperto nella sua parte superiore ma è assolutamente controindicato per evitare strozzamenti cicatriziali dello stesso.
L’apertura creata guarisce spontaneamente avendo solo cura di riempirla con gel a base di clorexidina per 7 - 10 gg.
Tali calcoli possono raggiungere anche dimensioni notevoli e causare disagi importanti ma possono essere rimossi sempre con la stessa procedura.
In quasi tutti i casi operati il paziente ha assunto solo una massimo due dosi di antidolorifici, antibiotici solo in caso di concomitante infezione della ghiandola in questione ed ha ripreso la normale alimentazione solida dopo poche ore dall’intervento.
Sicuramente non è una chirurgia da improvvisare, ma senz’altro priva di grosse complicazioni. Se avete pazienti affetti da tale patologie ed avete ulteriori informazioni da chiedermi non esitate a contattarmi.
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